Recensione
di Tiziano Astolfi
10 marzo 2018
NOME
DI DONNA 10 marzo 2018
(regia di
M.T.Giordana-2018)
Il film propone una tematica
antica: le molestie sessuali. La protagonista Nina,(interpretata da Cristiana
Capotondi), alla ricerca di un lavoro con cui mantenere se stessa e sua figlia, viene
finalmente assunta come inserviente in un centro di assistenza per anziani.
Inserita nell’organico della struttura di accoglienza, ben presto dovrà fare i
conti con il direttore (interpretato da Valerio Binasco), un tipo prepotente,
senza scrupoli e "malato" sessualmente. La giovane Nina però non ci sta e,
contrariamente alle sue colleghe, si
ribella. Quello che però turba maggiormente Nina è quando viene a conoscenza
del fatto che quasi tutte le colleghe per omertà tacciono e nessuna si oppone alle molestie
del direttore. Decisa a non sottomettersi, ma dovendo subire un conflitto
interiore con il rischio di essere licenziata, la protagonista si rivolge prima
ad un sindacato e poi ad un avvocato donna al fine di attivare una causa
legale. Avviata la denuncia, il procedimento giudiziario si presenta difficile
poiché il direttore, oltre ad essere protetto dalle alte sfere ecclesiastiche,
gode di un’alta onorabilità, ma alla fine Nina, attraverso una serie di
elementi a suo favore, compresa una videoregistrazione che incastra il
direttore, ottiene giustizia. Il film, ben costruito in 98 minuti di pellicola,
ha, nelle intenzioni del regista Marco Tullio Giordana, la missione di lanciare un messaggio: cambiare
il mondo e renderlo migliore di quello che è. Una proiezione interessante che
fa riflettere le donne e soprattutto gli uomini. Le donne potranno prendere
coscienza ed avere il coraggio di dire “no”
senza paura di respingere avance non gradite. Gli uomini avranno l’occasione per
meditare e onestamente dissociarsi da comportamenti prepotenti ed ignobili.
Tiziano Astolfi
Tiziano Astolfi
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