RECENSIONE DI TIZIANO ASTOLFI © 2020
20 gennaio 2020
Da alcuni giorni viene
proiettato in tutte le sale cinematografiche italiane il film-documento “Hammamet”.
Si può considerare un film difficile ma
interessante, che racconta gli ultimi sei anni della vita di Bettino
Craxi, il politico italiano autodefinitosi esiliato oppure, per la magistratura
italiana, rifugiato in Tunisia, ad Hammamet, nel 1994. Accusato di finanziamento illecito e
corruzione dopo tangentopoli, Bettino Craxi è perseguito da un'inchiesta
giudiziaria iniziata in Italia nei primi
anni Novanta dal cosiddetto "pool
di mani pulite" capitanato dall'allora magistrato Antonio Di Pietro. Nel film emergono molti elementi storici che
possono essere compresi da un pubblico bene informato e soprattutto di età
avanzata, che abbia appunto seguito con attenzione gli avvenimenti politici che
hanno caratterizzato gli ultimi decenni della vita politica italiana. Craxi,
interpretato magistralmente dall'attore Pierfrancesco
Favino sia per la sua bravura che per l’ incredibile somiglianza
fisica ottenuta da un eccezionale team
di truccatori, dopo un lunghissimo studio di sperimentazione, è messo a nudo
nella sua fragilità di uomo, di
importante esponente del governo italiano nonché di politico di punta del
partito socialista italiano alla fine della sua carriera. Nella proiezione,
della durata di oltre due ore, Il regista Gianni
Amelio attraverso una semi-cronologia di fatti vuole evidenziare alcune
fasi della vita del segretario del PSI: dalla sua consacrazione come leader
politico, osannato, ammirato, temuto, abbandonato e poi dimenticato ad alcuni
avvenimenti che lo hanno classificato come l'unico politico italiano che ha
saputo tenere testa agli alleati
americani nella famosa crisi internazionale di Sigonella del 1985. L'ambientazione
del film è collocata in Tunisia, proprio ad Hammamet nella reale tenuta dove Craxi ha vissuto gli ultimi anni
della sua vita con la moglie, la figlia Stefania e il nipotino. Riflessioni,
ripensamenti e analisi del suo operato
politico vengono riproposti nei dialoghi che il "Cinghialone",
termine che gli fu affibbiato da vari
satirici dell'epoca, fa con un non ben
definito "amico" politico, molto rispettato da lui ma appartenente ad un partito diverso dal suo. Interessante
la sequenza in cui un gruppo di turisti italiani curiosi, vedendo Craxi
passeggiare lungo la riva del mare, si avvicinano e con tono arrogante e
provocatorio lo insultano pesantemente
chiedendogli dove avesse nascosto il
denaro frutto degli illeciti da lui commessi. La scena ricorda inevitabilmente
il famoso lancio di monetine da parte della folla inferocita all’uscita dell’
hotel Raphael a Roma all’inizio della sua vicenda giudiziaria che segnò emblematicamente la
fine della cosiddetta “Prima Repubblica”. Chiave di lettura del film rimane il
continuo confronto di idee con il figlio di un compagno di partito che aveva
previsto ed esposto al suo capo politico, allora arrogante e apparentemente
invincibile, i guai futuri. Rimasto inascoltato e sbeffeggiato, fa una fine
ingloriosa suicidandosi, inducendo così il figlio a perpetrare la sua vendetta
mettendo Craxi alle strette. Ma quest’ultimo è troppo perspicace e astuto per
farsi piegare; propone quindi al giovane di documentare le sue idee e i suoi
terribili segreti, in cambio della vita, che nonostante tutto amava. Il
giovane, tornato in Italia, appesantito da segreti che avrebbero potuto
destituire l’ordine dello Stato, si abbandona alla malattia mentale. Ma,
durante una visita della figlia del leader politico ormai scomparso, consegna una videocassetta contenente la prova dei pesanti segreti raccolti alla ragazza perché li custodisca. Il
carattere burbero, sanguigno e autoritario di Craxi viene sottolineato dal
rapporto che ha con la figlia Anita (realmente Stefania) che mostra tenerezza e
dedizione nell'accudire il padre ormai stanco e ammalato e dai contrasti con il
figlio Bobo.Un bel film che fa riflettere e induce lo spettatore ad
approfondire alcuni lati oscuri e ancora segreti della politica italiana, della
magistratura, della imprenditoria e della realtà in cui affonda le radici l’attuale
società italiana.
Tiziano Astolfi
Tutti i diritti riservati - Copyright by Tiziano Astolfi © 2020
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